Groppello Vino: Caratteristiche e le migliori bottiglie
Placido come le acque del Garda, sulle cui sponde ha trovato la culla ideale a fine Ottocento. Fu definito, romanticamente, il rosato «di una notte»: il liquido veniva lasciato sulle bucce per poche ore, il tempo di colorarsi di un pallido riflesso di alba
Storia del Groppello
C’è un angolo di Mediterraneo in Lombardia che regala vini rosati placidi come le acque del Lago di Garda. Tra Desenzano e Salò, in provincia di Brescia, il protagonista è il Groppello.
Da cinque secoli. È un vitigno a bacca rossa che è stato a lungo usato per vini in purezza e uvaggi rossi.
La struttura serrata del grappolo (dalla quale deriva il nome, groppo in dialetto veneto significa nodo) ne intacca la forza se viene coltivato in quantità elevata, gli acini hanno bisogno di sole e luce per non essersi attaccati dalle malattie.
Anche per questo, dopo la strage della fillossera ad inizio del Novecento, molti vignaioli preferirono estirpare i vecchi vitigni e sostituirli con varietà internazionali. Ma nella Valtènesi, a ridosso del Garda, c’erano le condizioni ideali per il Groppello. Scomparso da Veneto e Trentino, il Groppello aveva già trovato sulla sponda bresciana del Garda la sua culla ideale. Merito delle temperature miti che consentono di coltivare anche agrumi e capperi.
E grazie anche a un senatore veneziano, Gerardo Pompeo Molmenti, che sposò una ragazza di Moniga del Garda diventando anche il sindaco del paese.
Era un viaggiatore e un esperto di vini: lo appassionavano i rosati provenzali. Pensò di ricrearli nella Valtènesi, con un brevetto romantico: il «vino di una notte».
Caratteristiche e Produzione del Vino Groppello
Le uve venivano pigiate in modo delicato e il liquido veniva lasciato solo poche ore a contatto con le bucce, ottenendo così il colore che contraddistingue il rosato gardesano: un pallido e limpido riflesso di alba, una pennellata discreta.
Il metodo, dall’anno della sua nascita (1896), è rimasto sostanzialmente identico, pur evoluto grazie alla tecnologia. Il Consorzio che lo tutela è il Garda Classico, rinominato Valtènesi nel 2012. Gli ettari di Groppello sono circa 400. La varietà più usata è il Groppello gentile.
È il punto di forza per creare il Chiaretto Valtènesi, in assemblaggio con Sangiovese, Barbera e Marzemino. Profuma di frutti rossi e gialli, con un tocco esotico. Il gusto: non ci si imbatte mai in una esibizione muscolare, la chiave è la gentilezza al palato, convince senza mai alzare la voce ma unendo la freschezza alla setosità.
La tendenza è di allungare il tempo di affinamento, per dimostrare la tenuta (e l’evoluzione) nel tempo. Molte le aziende meritevoli di menzione: tra queste Ca’ Maiol, Costapira, Pasini San Giovanni e Selva Capuzza.
Groppello Vino: Le migliori bottiglie
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